I profumi speziati dell’India, del più colorato Oriente, inebriano i viaggiatori ancor prima di partire. Non esiste una destinazione perfetta in un Paese che offre spiagge incontaminate, luoghi spirituali e culturali: la scelta dipende dai propri desideri. Quello che non bisogna dimenticare, è che nonostante la sua bellezza, lo Stato indiano versa in condizioni igenico-sanitarie precarie. La presenza di malattie endemiche in particolare, deve spronare ad informarsi sull’assicurazione viaggio India e su tutto ciò che riguarda la sicurezza e il cibo. Ecco la guida completa.
Assicurazione viaggio India: cosa copre
L’India è un Paese molto povero, in cui le strutture sanitarie oltre ad essere carenti, non offrono servizi che possano garantire cure di livello. Ciò significa che in caso di infortunio o malattia (ricordiamo che nel Paese è diffusa la malaria, la dengue e lo Zika virus), i viaggiatori possono trovarsi in serie difficoltà. Munirsi di assicurazione viaggio è essenziale perché permette di ottenere assistenza in ogni momento dall’Italia, di farsi inviare farmaci non disponibili in loco, e di ricevere cure adeguate tramite l’eventuale rimpatrio o trasferimento in altra Nazione. La polizza viaggio garantisce il pagamento diretto delle spese sanitarie, del trasporto d’urgenza e, nei casi più gravi, del ricovero e degli interventi in cliniche professionali. Oltre a queste coperture, l’assicurazione comprende il rimborso per annullamento del viaggio e la tutela del bagaglio.
Documenti, visto e formalità doganali
Per entrare in India è necessario possedere un passaporto con validità residua di almeno 6 mesi, con due pagine libere, e un visto turistico. Per brevi permanenze, fino ad un massimo di 60 giorni, chi viaggia per motivi di turismo o lavoro può esibire l’eVisa facendone apposita richiesta online sul sito https://indianvisaonline.gov.in/evisa/Registration, e ritirando il visto in aeroporto. Ai controlli aeroportuali bisogna esibire il biglietto di ritorno, e dimostrare di possedere risorse economiche sufficienti per il soggiorno. L’ingresso di animali domestici in India non è ammesso. Si segnala inoltre che nel Paese non possono essere introdotte senza autorizzazione delle Autorità apparecchiature satellitari come telescopi o rice-trasmittenti. Numerosi limiti sussistono all’importazione/esportazione di oggetti, specie di antichità e prodotti derivati da animali protetti. Per approfondire l’argomento,. basta consultare il portale ViaggiareSicuri.it del Ministero degli Affari Esteri.
Sicurezza in India
A causa degli ultimi attentati l’allerta terrorismo è elevata, specie in Kashmir, a Delhi, Rajastan, Punjab e in altre località. Sono considerati potenziali bersagli i luoghi pubblici frequentati da turisti, i mercati, le piazze, i trasporti e i centri religiosi. Negli ultimi anni le Autorità hanno inoltre registrato l’aumento di episodi di microcriminalità e di atti di violenza sessuale nei confronti delle donne. Assistenza immediata in caso di difficoltà, è fornita dall’assicurazione viaggio.
Il sistema sanitario e le vaccinazioni
La Farnesina segnala che la situazione sanitaria indiana è a rischio. In tutto il Paese sono presenti malattie pericolose come la malaria, la dengue e lo Zika virus. Il rischio di gastrointeriti è elevato, nonché le probabilità di contrarre il tifo e la meningite. Prima di partire è indispensabile consultare l’ASL per conoscere tutte le vaccinazioni necessarie, e munirsi di assicurazione che comprenda la copertura delle spese mediche, farmaceutiche e ospedaliere, l’invio di farmaci, il trasporto sanitario, il rimpatrio aereo, il consulto con un medico italiano e la traduzione di diagnosi e cartelle cliniche.
Viaggi in India e Covid-19
Una spiegazione a parte è necessaria per le regole che normano l’accesso in India a seguito della situazione di pandemia che abbiamo affrontato negli ultimi anni. Nel caso di passeggeri italiani, indipendentemente dallo stato vaccinale, è obbligatorio fornire un certificato di negatività al Covid-19 (allegato al risultato negativo di un test RT-PCR) eseguito nelle ultime 72 ore, e un’autodichiarazione sanitaria. L’obbligo di isolamento fiduciario di una settimana è stato revocato, sostituito da quello di osservare un periodo di auto-monitoraggio di 14 giorni. Anche quello di sottoporsi a un test in aeroporto è decaduto, a eccezione dei passeggeri selezionati come campione, che dovranno invece effettuare un tampone al momento dello sbarco.
In caso venga certificata una positività al Covid-19, sia che essa sia stata registrata contestualmente ai controlli aeroportuali o successivamente, le autorità locali possono decidere di destinare la persona contagiata presso una struttura medica apposita, il Covid Hotel, dove dovrà soggiornare a sue spese, pagando le cure mediche. In caso di inosservanza, le violazioni verranno punite. In caso si verifichi una tale eventualità, comunque, e quindi l’interessato non possa prendere un aereo per tornare a casa quando previsto, avrà diritto a richiedere un rimborso sul costo del biglietto, dal momento che il contratto di viaggio decade in favore dell’osservanza delle regole atte alla tutela della salute pubblica.
Clima e cibo
Il periodo migliore per visitare l’India va da ottobre a marzo. Durante questi mesi infatti, si può trovare un inverno soleggiato con umidità moderata. Meglio evitare i viaggi nel corso dell’estate (da aprile a giugno), troppo afosa, come è preferibile scartare la stagione monsonica (da giugno a settembre). Il clima nel Paese è generalmente di tipo tropicale-secco-umido, fatta eccezione per i dintorni dell’Himalaya. La cucina indiana è molto speziata, e l’utilizzo del curry, del cumino e della curcuma caratterizza molti piatti, principalmente a base di riso, carne e verdure. Fra i più famosi c’è sicuramente la samosa: croccante antipasto ripieno di verdure, tuberi o carne. Il byriani è una specialità completa composta da riso basmati bollito, spezie, verdure, pesce e carne. Il dessert tradizionale è il laddu (polpetta dolce a base di uvetta, semola, scaglie di cocco e all’occorrenza frutta secca tritata).