Si sente spesso parlare di turismo responsabile, ma non tutti sanno cosa significa o come metterlo in pratica. Per comprendere cos’è si può partire dalla definizione dell’Organizzazione Mondiale del Turismo, secondo cui, il turismo sostenibile, è un modo di viaggiare che soddisfa i bisogni dei viaggiatori come quelli delle regioni ospitanti.
Un turismo non egoistico dunque, che guarda al prossimo e lo rispetta, che abbraccia una cultura diversa senza imporre la propria. In realtà, chi pratica il vero turismo sostenibile, piega volentieri le proprie esigenze a quelle della comunità e del luogo ospitante. Ciò a discapito talvolta del comfort e dei servizi, come avviene per chi sceglie di alloggiare in una capanna piuttosto che in hotel. Per fare chiarezza sulla sostenibilità, va precisato che essa implica un approccio diverso al tradizionale modo di viaggiare riguardo due aspetti: inquinamento ambientale e solidarietà. Quanto al primo, il turismo responsabile è senza dubbio ecologico, perché al trasporto aereo preferisce la nave o altri mezzi a minor impatto ambientale. Via libera dunque alle auto elettriche, agli autobus di nuova generazione, alle biciclette e al car pooling: modalità di trasporto che riducono le emissioni di Co2.
Chi viaggia in modo sostenibile inoltre, presta attenzione alla differenziazione dei rifiuti. Visitare un luogo in cui non c’è il porta a porta, non è un buon motivo per disperdere sporcizia. Per ovviare al problema si differenzia autonomamente, si cerca il punto di raccolta più vicino e si utilizzano i cestini pubblici. Responsabilità è anche rispettare l’ecosistema locale, le piante e gli animali. È risparmiare acqua, non dimenticando i rubinetti aperti: è non sprecare energia lasciando le luci accese quando si esce. Viaggiare in modo sostenibile significa avere cura dell’ambiente in cui ci si trova e dell’intero pianeta.
La solidarietà è il secondo ma non meno importante aspetto dei viaggi responsabili. Sfruttare un viaggio nei luoghi più poveri del Mondo per contribuire allo sviluppo delle popolazioni locali, è un’azione nobile e utile per il futuro. Supportare l’economia del posto preferendo alloggi gestiti da locals, piuttosto che da grandi catene alberghiere, è sicuramente un buon inizio. Se il contributo si estende all’acquisto di prodotti tipici, magari a chilometro 0, di creazioni artigianali e altre espressioni della cultura del luogo, si compie un grande passo verso la sostenibilità.
Eleonora D'Angelo