In occasione del centenario dalla nascita della Bauhaus, scuola di architettura, arte e design dai chiari connotati moderni, sono stati restaurati diversi celebri edifici presenti nel centro di Tel Aviv.
Infatti, contrariamente a quanto si possa pensare nonostante la Bauhaus sia stata fondata in Germania ha avuto come principale espressione proprio la città israeliana dove si contano oltre 4 mila edifici (grattacieli) in stile modernista caratterizzati da linee semplici ed eleganti. Una incredibile densità che praticamente non trova pari nel mondo tant’è che questo ha permesso a Tel Aviv di ottenere il riconoscimento dall’Unesco di Patrimonio dell’Umanità.
La giovane città di Tel Aviv nata soltanto nel 1909 e diventata tra gli anni Trenta e Cinquanta una sorta di Terra Promessa per tutti gli ebrei alla ricerca di un rifugio dall’ostilità degli ideali della Germania nazista, ha consentito a diversi architetti ed artisti cresciuti all’interno della Bauhaus di dare sfogo a tutta la loro creatività.
Infatti, negli anni che hanno preceduto la Seconda Guerra Mondiale, 4 dei 700 architetti che sono stati formati all’interno della scuola in Germania, hanno deciso di andare a vivere proprio a Tel Aviv. In particolare si trattava di Arieh Sharon, Munio Gitai-Weinraub, Shmuel Mestechkin e Shlomo Bernstein. I 4 sono poi stati seguiti da tantissimi altri architetti provenienti da tutta Europa desiderosi di attingere maggiori informazioni su questo stile e soprattutto per dare un grande contributo nella realizzazione dei tantissimi edifici che sono stati costruiti tra gli anni Trenta e Cinquanta.
Tel Aviv all’epoca era sotto mandato britannico e questo ha senza dubbio contributo al radicamento di un corrente di pensiero maggiormente imperniata sulla volontà di stupire ed essere centro europeo capofila di una nuova generazione che naturalmente volgeva lo sguardo fisso al futuro.
Tra i quattro architetti che nella prima parte del Novecento decisero di risiedere a Tel Aviv soprattutto Arieh Sharon si mise in evidenzia occupandosi della progettazione e della realizzazione della Max Liebling House. Un edificio che incarnava alla perfezione i canoni della Bauhaus e per questo ne è diventato vero e proprio simbolo tant’è che il Comune di Tel Aviv e la Repubblica Federale Tedesca in occasione del centenario dalla fondazione della scuola, hanno deciso di effettuarne il restauro con inaugurazione avvenuto lo scorso 19 settembre.
La Max Liebling House venne costruita nel corso del 1936 diventando anche il simbolo di una città come quella israeliana che nella propria zona centrale già all’epoca vantava tantissimi musei, spazi per esposizioni, sale per effettuare conferenze, bar, librerie e tanto altro ancora.
Il presidente della sede tedesca di Icomos, organizzazione mondiale che si occupa di preservare e curare gli edifici storici, ha evidenziato in una recente intervista come a Tel Aviv sia nata in quel periodo una sorta di scuola mediorientale della Bauhaus capace di dar vita ad edifici moderni in grado di ricreare giochi di luci ed ombre soprattutto grazie alle facciate bianche, dotati anche di sontuosi giardini e tanto altro.
Inoltre, va rimarcato come gli edifici di Tel Aviv siano stati capaci di attraversare senza problemi diversi decenni grazie all’utilizzo di materiali di prima qualità che arrivarono proprio dalla Germania nazista. Si racconta che si acquistavano le piastrelle ed altri prodotti edili in Germania in cambio della possibilità di consentire ad ebrei di lasciare il paese teutonico che era ormai diventato una minaccia per loro.