Il passaporto è un documento di viaggio e di riconoscimento essenziale quando si viaggia verso l’estero. Non solo per farsi identificare quando si prende l’aereo, ma anche perché vi si appone il visto d’ingresso che a sua volta, indica i giorni massimi ammessi di permanenza a destinazione. Smarrirlo è un bel guaio, specie trovandosi in un paese straniero, quando non si conosce né la lingua né l’iter per risolvere il problema.
In caso di passaporto smarrito o trafugato, la prima cosa da fare è rivolgersi alle autorità, quindi alla polizia nel paese in cui ci si trova per sporgere denuncia. Una volta sporta la denuncia e ottenuta copia della stessa dalle autorità, bisogna rivolgersi all’ambasciata italiana o al consolato italiano in loco. Prima di recarvisi è necessario munirsi di due fototessere e di una fotocopia del documento di viaggio di ritorno. È richiesto altresì di esibire un documento di riconoscimento alternativo, come la carta d’identità o la patente di guida, e la ricevuta di pagamento per la stampa del documento di viaggio provvisorio, che l’ambasciata o il consolato consegneranno al richiedente per rientrare in Italia.
Per la stampa è richiesta una cifra irrisoria, di importo pari a 1,34 euro. Quest’ultima, come tutte le spese in cui si incorre nei casi di passaporto o altri documenti trafugati o smarriti all’estero, viene rimborsata dall’assicurazione viaggio eventualmente sottoscritta prima della partenza. Le polizze viaggio infatti risarciscono il cliente di ogni spesa imprevista e offrono assistenza telefonica anche all’estero 24 ore su 24, 7 giorni su 7.
Tornando all’iter da seguire, presso l’ambasciata o al consolato bisogna compilare e sottoscrivere in tutte le sue parti il modulo di richiesta del documento di viaggio provvisorio e attenderne l’emissione, che in genere richiede qualche ora. Il passaporto provvisorio si chiama ETD, acronimo di Emergency Travel Document, ed è valido solo per il rientro in Italia. Di ritorno dal viaggio dunque, bisogna denunciare lo smarrimento del passaporto avvenuto all’estero anche alle nostre autorità, e avviare le pratiche per il rilascio del nuovo documento ufficiale.
Eleonora D’Angelo